08 novembre, 2009

Nella lontana sardegna qualcuno si mette in gioco, sino in fondo.

Siamo vicini e comprendiamo profondamente le ragioni di chi ha deciso di mettere in gioco quanto ha (la propria vita) perchè cambi la sensibilità istituzionale rispetto a questa patologia e soprattutto rispetto a chi ne è affetto e ad oggi condannato.
Alla nostra vicinanza si unisce una preghiera: è la vita quel bene per il quale ci stiamo battendo. La sua qualità e il suo rispetto, duri essa un anno, un mese od un giorno.
Vi prego dal profondo del mio cuore, per quel che può valere. Non lasciate che venga ulteriormente colpita.
Non ignorate queste persone, questi concittadini. Non c'è parte, politica, immagine, che valgano una vita umana, e non sono io a definire questo. Nessuno ha chiesto cose ingiuste o non dovute, o che non siano esse stesse un diritto.
E voi amici, che vita è mettete in gioco per la stessa vita di chi, come voi, patisce e per il cui rispetto vi battete, rimanete con noi.
A battervi anche domani per questi diritti. Non sapremmo farne a meno. Di voi e del vostro coraggio.
Questa piccola voce dalla lontana Emilia Romagna è per voi, ed è un grido perchè veniate ascoltati.
Una preghiera perchè qualcosa succeda di buono e giusto. Ora.